Fonti rinnovabili e sport
La traversata oceanica con l’energia solare

La ricerca di fonti energetiche alternative è divenuta un’esigenza fondamentale per la sopravvivenza del nostro pianeta.
È un tema, un argomento di studio e discussione che non esclude nessun ambito delle nostre vite, compreso uno apparentemente impensabile, come quello sportivo.

Lo sport che maggiormente può usufruire dell’aiuto di fonti energetiche rinnovabili è forse la vela: in mare aperto si possono sfruttare l’energia del sole, quella del vento e anche quella dell’acqua stessa.

Ne parla proprio in questi giorni il giovane velista italiano Ambrogio Beccaria, che si sta apprestando a compiere una traversata oceanica in barca a vela in solitaria con l’unico supporto dell’energia solare.
Prenderà infatti parte alla regata MiniTransat 2019 con la sua mini 6.50, la più piccola imbarcazione oceanica esistente, detta anche “guscio di noce”.
Non è la prima volta che il velista si cimenta in un’impresa simile: questa estate ha infatti già sperimentato con successo questo tipo di navigazione completamente “naturale” e, per la traversata oceanica che lo aspetta, ha studiato e messo a punto, assieme ad un’azienda italiana che partecipa attivamente a questo progetto, un sistema di pannelli solari in grado di sopperire ad ogni necessità di navigazione. I due pannelli solari da 100 watt montati a poppa sono orientabili, ovvero possono essere girati per poter sfruttare al massimo l’incidenza solare, un po’ come fanno in natura i girasoli.
Oltre ad utilizzare una fonte energetica totalmente pulita e rispettosa del mare, la presenza dei pannelli solari permette al velista di non caricare taniche di benzina, che vuol dire avere un’imbarcazione più leggera e quindi veloce ed evitare anche ogni pericolo legato al trasporto di combustibile.
Questo tipo di navigazione richiede forse un’attenzione ed uno studio ancora più approfondito delle condizioni meteorologiche per organizzare i turni al timone in base alla presenza o meno di sole. Per il resto, i vantaggi sono comunque considerevoli, sia da un punto di vista ambientale che strettamente pratico.
Ma nonostante questo, molti navigatori ancora non si affidano a questo metodo di navigazione: infatti, dei circa sessanta partecipanti alla regata, solo tre o forse quattro si affideranno all’energia solare; gli altri continueranno a sfruttare la benzina come carburante.

In bocca al lupo al giovane velista italiano e grazie al suo grande amore e rispetto per il mare, che dimostra che anche con lo sport si può fare qualcosa di positivo per il pianeta.

 
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